di Luigi Asero
Nebbia su Catania. Così tanta da costringere alla chiusura temporanea dell’aeroporto, come scritto ieri da Catania Oggi. La nebbia un fenomeno meteorologico raro a Catania, ma certamente non impossibile. Eppure…
Eppure quella nebbia pare voler raccontare, o nascondere, qualcosa di più. Una fitta, fittissima coltre proveniente dal mare che per qualche ora ha nascosto alla vista la nostra città. Quasi a volerla proteggere dalle brutture che l’insignificante mala-politica ha creato negli ultimi 30/40 anni.
Simbolico quasi appare come la nebbia abbia per primo celato alla vista dei catanesi (e di quanti dalla città transitavano temporaneamente) il mare. Quel mare che oggi è “sporco” di sangue e anime, di oscuri (ma nemmeno tanto) traffici di esseri umani e chissà cos’altro. Altrettanto simbolico che poi, avvicinandosi alla costa, abbia celato la pista ciclabile della discordia (al lungomare “liberato”) come la promessa “Copa Cabana” che doveva essere il lungomare Plaia e che invece è solo 800 metri di spiaggia più o meno sistemata che in inverno è preda di prostituzione notturna e in estate una fila di lidi (rigorosamente a pagamento) preda spesso di cosche mafiose, in cui la mafia la incontri già solo per parcheggiare l’auto.
Ma il simbolismo della nebbia su Catania non si ferma qui. Ha coperto il viale Africa, dove doveva proseguire la pista ciclabile del lungomare scogliera e che per ora non sarà fatta, visto che i fondi destinati sono stati “distolti” verso la nuova fontana dell’ex Tondo Gioeni, fontana che dovrebbe distogliere l’incazzata attenzione degli automobilisti catanesi per il traffico generato dall’abbattimento (costoso e inutile) dello storico ponte. Insomma la nebbia ha coperto, per qualche minuto, anche quel caos infernale.
Come ha coperto l’aeroporto, fino a farlo temporaneamente chiudere. Un aeroporto preda delle mire regionali e paralizzato nella sua gestione amministrativa, con la Camera di Commercio locale nelle solide mani di un commissario regionale di nomina crocettiana e nell’impossibilità di operare pienamente per stupide e venali beghe di “partito” e soprattutto di “business”. Perché la gestione degli enti pubblici in Italia ormai è solo questo: business. Non certo necessità di assicurare servizi efficienti.
Nebbia su Catania. Quando questo giornale veniva ancora stampato e distribuito in edicola si scrisse (era il 28 maggio 2009): “La massoneria occulta comanda a Catania“. Allora si scrisse, tra l’altro:
Questa “leggenda” dovrebbe spiegare razionalmente tutti i danni che sono stati provocati alla città e gli arricchimenti sproporzionati di molti personaggi. Questa massoneria occulta si sarebbe impadronita dei gangli produttivi, si sarebbe accaparrata i posti chiave della politica, occupato le principali rappresentatività, invaso molti Consigli di enti e società. Il tutto in nome di un profitto sfrenato.
Che sia massoneria occulta o che sia semplice malaffare, non sappiamo. Certo è che a Catania, per qualche minuto abbiamo vissuto una sensazione forte: tutto è coperto! E da questa nebbia non usciranno verità, solo astute (ma nemmeno tanto) bugie.
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